
SCRUM è il framework di sviluppo Agile più utilizzato a livello mondiale ed è una metodologia sempre più diffusa anche nelle aziende italiane.
Il nome SCRUM deriva dalla… mischia chiusa del rugby. Pochi lo sanno, ma proprio la coesione della squadra di rugby fu l’intuizione geniale dei due giapponesi che hanno teorizzato per la prima volta i risultati delle loro analisi
Sotto, una breve storia della sua nascita e dell’origine del nome.
1986 – “The New New Development Game”
Nel 1986, i giapponesi Hirotaka Takeuchi (Harvard Business School) e Ikujiro Nonaka(Hitotsubashi University) pubblicano su Harvard Business Review
l’articolo “The New New Development Game”, la prima analisi in assoluto di una strategia centrata sulla flessibilità e la velocità nello sviluppo di nuovi prodotti.
L’articolo esaminava le best practices di varie aziende manifatturiere eccellenti come Fuji-Xerox, Honda, 3M e Toyota. Hirotaka e Ikujiro rilevano che la base comune delle performance dei team di produzione è di adottare un processo di sviluppo sovrapposto (“come il Sashimi”) – overlapping development process, piuttosto che il vecchio approccio sequenziale.
Lo hanno paragonato al gioco del Rugby, in cui una squadra “cerca di percorrere la distanza come unità, passando la palla avanti e indietro” e dove una squadra può impiegare tattiche diverse per sfruttare al meglio i suoi talenti.
Il termine Scrum indica la mischia chiusa tipica del rugby ed è una metafora dell’entità coordinata di attori partecipanti al progetto che si muove nella stessa direzione.
Gli autori evidenziano che i team delle varie aziende presentavano le stesse caratteristiche ricorrenti:
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Autonomia: auto-organizzazione e capacità di prendere decisioni su come svolgere il lavoro
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Cross fertilization: avere all’interno delle squadre tutte le competenze necessarie per completare l’attività
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Self-transcendence: elevare i propri obiettivi e spingersi oltre il limite normalmente accettato; sfidare lo status quo
La prima applicazione pratica nel mondo dello sviluppo software arriva sette anni dopo con un team della Easel Corporation guidato da Jeff Sutherland che intuisce l’opportunità
offerta dal metodo per raggiungere i suoi obiettivi: sviluppare e consegnare software in tempi record e con budget minimo.
Sutherland sviluppa e testa il concetto assieme a Ken Schwaber , mettendo le basi della Scrum framework
Ken Schwaber e Jeff Sutherland hanno presentato per la prima volta Scrum alla conferenza OOPSLA del 1995 in Austin, Texas, documentando ciò che avevano appreso negli anni precedenti applicando Scrum.
«Scrum è un framework di processo utilizzato dai primi anni novanta per gestire lo sviluppo di prodotti complessi. Scrum non è un processo o una tecnica per costruire prodotti ma piuttosto è un framework all’interno del quale è possibile utilizzare vari processi e tecniche. Scrum rende chiara l’efficacia relativa del proprio product management e delle proprie pratiche di sviluppo così da poterle migliorare.»
(Jeff Sutherland, La Guida a Scrum™)
2001 – “Agile Software Development with Scrum” – Mike Beedle e Ken Schwaber
L’idea principale dietro Scrum era quella di creare una squadra che avrebbe assomigliato alla vita artificiale, un robot o un sistema adattivo, che si sarebbe adattato e imparato attraverso “l’intelligenza sociale”.
Nel 2001, Mike Beedle ha lavorato con Ken Schwaber per descrivere il metodo nel libro “Agile Software Development with Scrum”.
Mike Beedle aveva un dottorato in Fisica e la sua tesi riguardava sistemi caotici e non lineari. Unire questi due concetti è stato ciò che ha permesso a Ken Schwaber, Jeff Sutherland e Mike Beedle di ideare “la creazione di una squadra ai margini del caos”.
Entrambi i punti di vista miravano allo stesso punto di arrivo: creare una squadra iper-produttiva che funziona come un sistema adattivo “ai limiti del caos”, basandosi su pattern.
L’approccio di Scrum alla pianificazione e alla gestione dello sviluppo del prodotto prevede di spostare l’autorità decisionale (decision-making) a livello operativo
2004 – “Agile Project Management with Scrum” – Ken Schwaber
Le regole e le pratiche di Scrum, un semplice processo per la gestione di progetti complessi, sono poche, semplici e facili da imparare.
Ma la semplicità stessa di Scrum può essere disarmante, e i nuovi professionisti spesso si ritrovano a tornare alle vecchie abitudini e strumenti di gestione dei progetti e a produrre risultati minori. Il libro contiene una serie di use cases dove il co-creatore ed evangelista di Scrum Ken Schwaber analizza vari casi dal mondo reale – analizzando i successi e gli insuccessi – tratti dalla sua esperienza pluriennale di coaching di aziende nella gestione agile di progetti.
La forza della teoria e della pratica Scrum consiste nel fatto che è applicabile ovunque e con risultati immediati. Scrum ti aiuta a:
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Gestire facilmente anche i progetti più complessi e ingombranti
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Gestire efficacemente i requisiti di prodotto sconosciuti o in evoluzione
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Semplificare la catena di comando con team di sviluppo autogestiti
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Ricevere specifiche e feedback più chiari dai clienti
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Ridurre notevolmente i tempi di pianificazione del progetto
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Costruire e rilasciare prodotti in cicli di 30 giorni, in modo che i clienti ottengano rapidamente i risultati finali
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Evitare i passi falsi ispezionando, riferendo e perfezionando regolarmente i progetti
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Supportare i team che lavorano su un progetto su larga scala da più aree geografiche
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Massimizzare il ritorno sull’investimento